Il centrocampista del Real Madrid Federico Valverde ha concesso un'intervista a "The Players' Tribune" in cui ha analizzato la sua esperienza in Spagna.
Valverde e l'esperienza al Real Madrid
"Quando sono diventato professionista a 16 anni mi sentivo un dio, i tifosi mi chiedevano foto per strada. Mi è capitato anche di dire no a dei bambini che chiedevano gli autografi. Ripensandoci, quello non è il Fede che hanno cresciuto i miei genitori.
Chiamata del Real? Ero con la nazionale in Paraguay, degli emissari del Real sono venuti nell'hotel per conincermi a firmare. La prima cosa che ho pensato è 'Forse potrò comprarmi delle scarpe nuove per la prossima partita e una Playstation'.
Ho visto cinture Gucci, Nike, Louis Vitton, orologi che costavano più della casa dei miei genitori. In quel momento ho capito che nel calcio ci sono i livelli e io non ero nessuno. A un certo punto ho notato uno che indossava le mutande di Gucci. Ho pensato "Fratello, ma quanto costano? Spero solo che mia mamma le abbia controllate e che non siano bucate. Quella sera sono andato da H&M e ho detto al commesso 'Ho bisogno di 10 paia della vostra biancheria migliore".