Per il Napoli è stata una settimana intensa. La reazione rabbiosa vista col Bologna ha riservato un seguito altrettanto incisivo da parte del club. Il lavoro della società ha portato a Conte i calciatori chiesti e attesi a lungo. Alcuni addirittura non così sperati. Oltre a Lukaku in attacco, McTominay e Gilmour garantiscono ampia scelta su una mediana che fino all’arrivo dei due scozzesi poteva contare solo su Anguissa e Lobotka.

Una delle bandiere del Manchester rappresenta un ingaggio fuori standard per un Napoli che adesso sembra essere diretto verso una politica di sviluppo affidata a calciatori maturi, già pronti. E l’arrivo di uno tra i migliori centrocampisti d’Europa ha in sé un significato ancora più ampio dello stesso arrivo di Lukaku.

Napoli-Parma è una sfida che ritorna dopo tre anni. L’ultima volta fu 2-0 per gli azzurri, mentre l’ultimo successo parmense a Fuorigrotta risale al 2019. Allora i gialloblu si imposero per 2-1. Dopo il 3-0 al Bologna Conte ha registrato nuove informazioni. Un improvviso di felicità ha ridestato un Napoli quasi restituito ai fasti di due anni fa. Nella gara casalinga coi romagnoli si sono ripresentati i linguaggi della consistenza.

Un gioco pragmatico, in economia del palleggio, ha dato l’impressione di un dominio territoriale che l’avversario ha saputo contrastare solo in parte. Stavolta è stato il Napoli a irretire gli avversari. E non accadeva da tanto tempo. Eppure Conte resta piantato sui registri della prudenza. Nonostante la distensione per l’arrivo del suo pupillo, oltre a quelli già citati, la sua filosofia iniziale non batte ciglio e non cambia contenuti. Il Parma, reduce da un brillante successo col Milan, è un altro avversario ideale per misurare le temperature.

Pecchia, che affronterà da avversario il suo ex compagno di squadra, sembra aver svolto un ottimo lavoro nella preparazione di una squadra che in apertura di campionato sembra aver già assimilato un gioco rapido e intelligente, non senza momenti di gioco gradevole e bello da vedere. Alcune assenze in mediana, però, dovrebbero costringere l’ex Napoli a rielaborare il suo 4-2-3-1, con Man e Mihaila a supporto della punta centrale Bonny. 

Il Napoli, invece, dovrebbe riproporre l’undici di partenza che ha battuto il Bologna, ovviamente con Neres, che non dovrebbe ancora essere pronto per partire titolare, abile a subentrare, e con Spinazzola indiziato in un ipotetico ballottaggio con Olivera e Mazzocchi. In attacco Raspadori dovrebbe giocare dall’inizio, con Simeone pronto alla staffetta. La formazione protagonista di questo inizio avrà gli occhi addosso dei nuovi arrivi che, presumibilmente, saranno impiegati a pieno regime dopo la sosta.

Per un Napoli ancora in fase di “guarigione” la gara col Parma dovrà significare prima di tutto l’assunzione di una serenità che può arrivare solo dalla continuità di risultati. La cosa che più di tutte può dare forza a chi vuole tornare ad essere forte.