Lo storico dei precedenti è tutto per l’Eintracht di Francoforte. Tre gare europee, tre vittorie per i tedeschi. Doppio confronto in Coppa UEFA (1994) e gara di Coppa delle Alpi nella stagione 1968\69 con successo, 2-1, dell’Eintracht. La squadra di Francoforte fu pure l’ultima sfida europea del Napoli prima del fallimento.
La Germania fu dolce per i partenopei nell’annata 1988\89, quando il Napoli guidato da Maradona vinse il suo primo grande trofeo continentale battendo in quella edizione ben tre squadre tedesche. Una della Germania Est, Lokomotiv Lipsia, e due di quella occidentale. Bayern Monaco in semifinale e Stoccarda nella doppia finale che regalò il titolo agli azzurri.
Adesso le condizioni sono diverse da quelle di quando l’Eintracht ebbe ragione di un Napoli poco a poco avviato verso un declino che avrebbe conosciuto il suo epilogo nei tribunali. Ora il Napoli, dopo quattro giornate del girone di ritorno, domina la classifica di Serie A e in Champions League ha sbancato un girone che lo ha visto impegnato con Liverpool e Ajax, oltre ai Rangers di Glasgow. Gruppo ipotecato già dopo tre turni e primo posto mai in discussione.
Ovviamente questi ottavi di finale non prevedono il più semplice degli avversari. Anche se il sorteggio sembra essere stato benevolo col Napoli, non si deve cadere nell’inganno che la squadra di Glasner possa rappresentare un ostacolo agevole. Tutto il contrario. L’undici tedesco, oltre ad aver vinto la scorsa edizione dell’Europa League (bissando il successo del 1980), gioca un calcio che oltre ad avergli consentito di superare il suo girone, ha dimostrato già durante la stagione in corso di poter mettere in difficoltà qualunque avversario. In Europa e nel proprio campionato, dove attualmente l’Eintracht occupa la sesta posizione, a due punti dalla zona Champions e reduci dal successo per 2-0 sul Werder Brema.
Il duttile 3-4-2-1 di Oliver Glasner è una variante aggiornata del calcio tedesco. Tradizione in versione moderna, con squadra corta e una grande attenzione alla fase difensiva (l’Eintracht è la quinta difesa della Bundesliga). Götze e Lindstrom sono i due trequartisti che sostengono la fase offensiva affidata alla prima punta Kolo Muani, nazionale francese e attaccante molto rapido in ripartenza. Per la gara di andata col Napoli Smolcic, N’Dicka e Tuta dovrebbero essere i centrali difensivi, con Kamada e Sow in mediana.
Spalletti deve rinunciare a Raspadori infortunato. La formazione del Napoli sembrerebbe annunciata, con Mario Rui favorito su Olivera e Lozano probabile titolare al posto di Politano. Zielinski dovrebbe tronare sulla linea mediana e Kvara e Osimhen completeranno il reparto offensivo.
Il tema tattico si presta a più ipotesi di interpretazione. L’Eintracht potrebbe scegliere di imporre le sue misure difensive impostando la gara sul gioco in velocità, mentre il Napoli ì, per caratteristiche, potrebbe puntare sul possesso palla e un palleggio diretto a cercare spazi tra le linee. Tuttavia una sfida in 180 minuti impone maggiore prudenza ed equilibrio. Soprattutto nella partita di andata non dovrebbe subentrare la necessità di cercare una costruzione offensiva più sbilanciata. È chiaro che molto dipenderà pure dalla condizione atletica e dalla gestione dei cinque cambi.
Il Napoli nella sua storia non è mai approdato ai quarti di Champions League. Per quattro volte gli azzurri si sono dovuti arrendere agli ottavi senza riuscire a superare il turno che in un quasi secolo del club sembra essere diventato una specie di tabù. Una nuova opportunità si ripresenta per scrivere una pagina senza precedenti. In una stagione in cui sembra che il Napoli abbia la forza per poterne scrivere anche altre. Prima, però, c’è da affrontare un avversario titolato e con lo stesso prestigioso proposito.