Il Napoli ricomincia dove iniziò l’avventura del terzo scudetto. A Verona due estati fa gli azzurri inaugurarono il campionato con una cinquina che nel prosieguo non tradì l'exploit. Allora quel principio rivelò solo una parte del potenziale che avrebbe dominato il torneo fino allo scudetto. E non furono i dubbi e le perplessità presto fugati da un gioco convincente e da una personalità vincente.
Antonio Conte è stato chiamato per restituire ai partenopei convinzione ed entusiasmo. Due parole divenute estranee in un’annata, quella trascorsa, che è stata segnata da scelte sbagliate, polemiche, omissioni e indifferenze per un’indigestione collettiva per uno stillicidio che ha escluso il Napoli dalle coppe europee dopo tanti anni e che, soprattutto lo ha escluso prima di tutto da se stesso. E il nuovo allenatore non ha nascosto fino a pochi giorni fa la necessità di dover ancora smaltire qualcosa che non è di così semplice rimozione.
Col calciomercato nel pieno dei suoi sviluppi il Napoli si presenta a Verona con un undici di natura ancora provvisoria. Con alcune certezze e alcune scommesse. Di fatto, sempre stando alle intenzioni e alle dichiarazioni di Conte, con una serie di riserve tutte da scoprire proprio in queste ultime settimane di mercato. Il Napoli delle prime uscite non dovrebbe essere quello che andrà in campo per il resto della stagione. Uscite ed entrare significative devono ancora definire un progetto che muoverà i primi passi solo sul territorio nazionale, aspettando di riuscire a tornare nell’Europa che conta.
Tuttavia a Verona ci saranno in palio i primi tre punti. E un Napoli impegnato solo in campionato (oltre alla Coppa Italia in cui gli azzurri si sono qualificati a fatica superando il Modena ai calci di rigore) non può permettersi di non iniziare subito in maniera convincente soprattutto rispetto al risultato. Anche se i carichi di preparazione e un organico non ancora completo sono le principali ragioni di preoccupazione per un mister che è arrivato all’ombra del Vesuvio provenendo da lidi rivali e vecchie glorie on bene accette dalla sponda azzurra.
Eppure sembra che Antonio Conte abbia già convinto e conquistato una parte consistente di una tifoseria che ha una grande necessità di ritrovarsi vicina a una squadra che la faccia sentire nuovamente al centro di un calcio determinato a regalare nuove emozioni.
Il nuovo Verona, targato Zanetti, si sperimenterà subito con un avversario di livello, per una gara che ha in sé i tratti di un fascino apparentemente perduto, ma sempre vivo dentro una rivalità antica che conserva motivazioni non soltanto calcistiche, ma legate a logiche politiche e territoriali di vecchi ma ancora accesi campanilismi nazionali. Napoli e Verona sono le due ultime “contestatrici” dello strapotere delle “solite tre”, proprio come ha detto Conte alla sua presentazione. I veronesi e i napoletani sono tra le poche compagini che sono riuscite a interrompere le lunghe dittature targate Milano e Torino bianconera.
Verona-Napoli è una prima di campionato che sa di classica. Non tanto per i blasoni delle due squadre, ma per il richiamo intenso e denso di suggestioni che questa sfida richiama ogni volta.