Tanta Italia, tra 'autoctoni' ed esponenti di altre nazionalità ormai veterani del nostro campionato. La classe 1990 è un concentrato di muscoli, geometrie e quel pizzico di sana incoscienza un po' in tutti i reparti. Il capitano, senza dubbio, quel Toni Kroos che ha vinto qualsiasi cosa e che al fianco di Pjanic compone un duo mozzafiato. Là davanti i 'nostri' Immobile e Balotelli: storie e carriere differenti, ma pur sempre dalle qualità innegabilmente enormi.

Wojciech Szczesny, 18 aprile 1990
Quando era all'Arsenal, in pochi avrebbero scommesso sul fatto che sarebbe uscito fuori il portiere che in realtà è da diversi anni. Forse gli serviva l'aria del Belpaese per confermarsi definitivamente a certi livelli. Prima la Roma, ora erede di Buffon a Torino dove ha già vinto uno Scudetto e una Coppa Italia. E siamo solo all'inizio...
Rafael Toloi, 10 ottobre 1990
Era chiaro sin dai tempi del San Paolo che fosse un centrale di spessore. Tanti club pronti a portarlo in Europa, alla fine la spuntò la Roma anche se nella Capitale è stata peggio di una toccata e fuga. Con Gasperini a Bergamo ha trovato l'habitat ideale per esprimersi al meglio e attestarsi tra i migliori difensori della Serie A.
Nicolas Alexis Julio N'Koulou Ndoubena, 27 marzo 1990
Monaco, Marsiglia, Lione. Per i primi nove anni della sua carriera lo specialista camerunense non è mai uscito dalla propria "comfort zone", accontentandosi di rimediare qua e là elogi dai vari ambienti transalpini. Poi una nuova sfida, l'Italia, vero banco di prova per un difensore. Un banco di prova superato a pieni voti: insostituibile per la retroguardia del Torino, con tanto di vizietto del gol.
Marcos Alonso Mendoza, 28 dicembre 1990
In quel maggio del 2013 la Fiorentina c'aveva visto lunghissimo. Un profilo pressoché sconosciuto, un 22enne appena svincolatosi dal Bolton che veniva a fare la riserva dell'intoccabile Pasqual. Nel giro di poco più di un anno, però, l'evoluzione completa. Fino al trasferimento al Chelsea nel 2016 per 26 milioni di euro. Oggi è tra i migliori laterali sinistri in circolazione.
Ilkay Gundogan, 24 ottobre 1990
Il centrocampo quasi del tutto esterofilo viene inaugurato dall'ottimo mediano tedesco che, dopo l'eccezionale esperienza col Borussia Dortmund, ora è al servizio di Guardiola al Manchester City e ricopre una funzione fondamentale lì in mezzo. Già 7 trofei vinti, di cui la Bundesliga proprio nella parentesi giallonera.
Toni Kroos, 4 gennaio 1990
Di fronte a totem del genere, non resta che far parlare i numeri: undici titoli nazionali (di cui 4 Scudetti), 4 Champions, 4 Supercoppe europee, 5 Mondiali per club (record assoluto), 1 Mondiale con la Germania nel 2014. Anything else?
Miralem Pjanic, 2 aprile 1990
Soprannominato 'Giotto' non a caso, l'artista bosniaco dal 2011 delizia le platee tricolori con la sua maniera quasi unica di disegnare calcio. L'inconfondibile rincorsa alla Juninho Pernambucano (suo mentore ai tempi del Lione) sui calci piazzati è diventata un marchio di fabbrica. La prossima sarà la 300esima presenza con squadre italiane, tra Roma e Juventus: traguardo notevole.
Aaron James Ramsey, 26 dicembre 1990
Da uno juventino a un promesso sposo della Vecchia Signora. La Premier League perde un pezzo da novanta (e del '90) per numero di presenze, classe e inventiva. I tifosi della Serie A impareranno ad conoscerlo e apprezzarlo molto presto: giocatore totale, abile anche in zona gol. Allegri pregusta il colpaccio...
Douglas Costa de Souza, 14 settembre 1990
A proposito di inventiva e di Juventus: ecco l'ennesimo gioiello sfornato dai bianconeri. Operazione da 46 milioni di euro complessivi, sicuramente ben spesi perché il brasiliano quando ha la testa giusta è semplicemente imprendibile per chiunque. Anche per lui un palmarés invidiabile: tra Shakhtar, Bayern e Juve, ha vinto ovunque sia stato.
Ciro Immobile, 20 febbraio 1990
Nel suo caso, juventino per poco e mai valorizzato a pieno. Cresciuto nelle giovanili bianconere, mandato in prestito in giro per l'Italia fino a perderlo a titolo definitivo. Luci e ombre specie nelle esperienze europee, poi l'ultima fermata laziale per sentirsi re. 80 gol in 112 apparizioni: dato provvisorio e nondimeno spaventoso.
Mario Barwuah Balotelli, 12 agosto 1990
Che dire? C'è chi lo ha definito uno "spreco di talento", chi un "incompreso" e chi ancora un "eterno immaturo". Fatto sta che Supermario, anche se a intermittenza, spesse volte ha palesato doti impressionanti, anche in Nazionale. Tanti successi pesantissimi tra Inter e Manchester City e la chiara sensazione di aver vinto meno rispetto alle sue reali potenzialità.