Napoli-Como in Serie A era un lontano ricordo. 35 anni fa, quando il Napoli si trovò in quel biennio felice e irripetibile tra la vittoria in Coppa UEFA e il secondo titolo nazionale. Era il Napoli di Maradona e Careca, di una squadra definita nella perfezione tattica e nell’equilibrio altrettanto perfetto fondato tra la qualità e la finezza strategica. Forma e sostanza dentro un gruppo che sarebbe stato ancora più bello se fosse durato più a lungo.

Curiosità vuole che negli ultimi tre confronti diretti il Como è prevalso tutte e tre le volte, a dispetto di una lunga serie di precedenti in cui i comaschi mai erano riusciti a vincere con il Napoli. Tuttavia quei precedenti riguardano gli ultimi anni in B del Napoli destinato al fallimento definitivo a ridosso di quel 2004 passato alla storia per fare da spartiacque tra l’antico e il presente.

La sfida al Maradona segna un rintocco non da tutti previsti alla vigilia del campionato. Dopo sei giornate il Napoli targato Antonio Conte è primo in classifica e la sfida contro gli uomini di Fabregas è la prima partita da leader della graduatoria. Tutto l’ancora presto per tirare le somme va a nascondersi dentro la doppia insidia del momento. L’aver ritrovato il primato e un avversario in ripresa sono le facce della stessa difficoltà legata alla necessità prima di tutto mentale di proseguire sulla strada della continuità.

Il Como da due gare ha trovato, invece, la sua di strada. Corsaro a Bergamo e vincente sul Verona, Fabregas viene da due successi consecutivi che hanno rilanciato la serenità di un gruppo nuovo, ma subito proiettato verso un’idea brillante di calcio, come nella tradizione a cui è appartenuto il suo attuale allenatore da calciatore. 

Il tridente di trequartisti dietro la punta Cutrone è la carta d’identità di un gioco spregiudicato e coraggioso, votato al possesso palla e alla manovra veloce e imprevedibile. Alla vigilia l’allenatore dei lombardi si è annunciato spavaldo e assolutamente intenzionato a giocare una partita in cui i suoi non dovranno risparmiarsi in eccessive prudenze difensiviste. Dall’altra parte Antonio Conte, proiettato più del solito verso un rafforzamento del suo legame col suo gruppo, ha giustamente ribadito la difficoltà delle gare del campionato italiano nelle quali nessuno è disposto a regalare qualcosa.

Il nulla per scontato per il Napoli dovrebbe avere la faccia dell’undici che nelle ultime uscite ha saputo convincere tutto e tutti fino alla conquista del primo posto in classifica. McTominay, Kvara e Politano, quest’ultimo ancora favorito su Neres, dietro la prima punta Lukaku, incisivo in diverse gare, ma non ancora al meglio della condizione.

Anche nell’epoca del Napoli di Maradona, nonostante il divario tecnico, i lariani seppero più volte mettere in difficoltà i partenopei, in più di un’occasione costretti a difficili rimonte. Una storia lontana che, Conte alla mano, insegna che per certe gare passano certi equilibri.