Dejan Stankovic elogia Nemanja Matic. Il colpo iniziale del mercato estivo della Roma è stato ampiamente promosso dall'ex centrocampista di Lazio e Inter che ne ha parlato alla "Gazzetta dello Sport".

Su Matic scelto da Mourinho

"Per lui ha due doti fondamentali: affidabilità e lealtà. Significa che sa di potersi fidare di lui sia in campo che nello spogliatoio, che è una persona seria, con dei grandi valori e una bella famiglia che lo segue. E poi José sa bene che è un guerriero. Uno di quelli che piace a lui".

Sulle qualità di Matic

"Molto forte. Bravo nel primo passaggio per cominciare la manovra, rapido nell’intervenire sulle seconde palle, abile di testa. Poi, grazie al suo fisico, ottimo per proteggere la difesa. Lo ammetto, sono molto curioso di vedere come si adatterà nel calcio italiano, ma non ho dubbi che farà bene".

Sull'ultima stagione di Matic

"Non ha brillato? Preferisco vedere il rovescio della medaglia: diciamo che si è risparmiato per giocare altri due o tre anni a grande livello. In Premier c’è più dinamicità, mentre la Serie A è il campionato più tattico che ci sia. A quasi 34 anni, Nemanja ha l’esperienza per fare subito bene".

Sulle caratteristiche dei serbi in campo

"La lealtà, appunto, e l’orgoglio. Non abbiamo paura di niente. Noi serbi scherziamo e ci chiamiamo zingari, perché saremmo a pronti a tutto pur di vincere. José adora questo tipo di giocatori. Vuole gente con le palle. Sono loro che quando giochi contro le grandi possono farti fare il salto di qualità, e Matic è uno di questi. Posso dirglielo? Giocare bene o male non conta. La partita, che sia stata bella o brutta, si dimentica, mentre il risultato resta. Certo, giocare bene aiuta a vincere, ma adesso che sono allenatore (alla Stella Rossa Belgrado) mi rendo conto meglio di certe dinamiche".

Sul rapporto con Mourinho

"Io credevo di aver raggiunto il top di quello che potevo dare, invece mi ha messo in condizione di dare il venti-trenta per cento in più. Sa sempre che cosa chiedere, sa quali tasti toccare per farti avere la reazione di cui ha bisogno, dandoti anche complicità quando occorre. Nella sua prima stagione all’Inter stavamo vincendo il campionato con alcune giornate di anticipo. José un giorno venne da me e mi chiese: “Ma non mi avevi detto che volevi portare tua moglie in vacanza a Dubai?”. Io gli risposi di sì, che a fine campionato lo avremmo fatto di sicuro. Lui rispose: “Non ti preoccupare, parti subito. Quale partita preferisci giocare, la penultima o l’ultima?”. Io dissi che avrei preferito essere in campo nell’ultima, per la premiazione e la festa”. Mi rassicurò: “A posto. Vai a riposarti, torni una settimana prima della fine, ti alleni e giochi tu”. E così andò. Ecco, come fare a non dare tutto per uno come lui? Per questo, al suo primo anno alla Roma, ha già vinto un trofeo".

Stankovic (Getty)
Stankovic (Getty)