Un solo grande intervento, ma che importanza! Al 30', sulla situazione di 1-1, salva tutto su Lasagna, intervenendo di piede; pochi minuti più tardi Muriel segna su rigore e l'Atalanta dilaga. Nel secondo tempo, se si eccettua qualche uscita, è praticamente inoperoso.
Un solo grande intervento, ma che importanza! Al 30', sulla situazione di 1-1, salva tutto su Lasagna, intervenendo di piede; pochi minuti più tardi Muriel segna su rigore e l'Atalanta dilaga. Nel secondo tempo, se si eccettua qualche uscita, è praticamente inoperoso.
Schierato all'ultimo momento per via dell'infortunio occorso a Palomino, non è in perfette condizioni e si vede, soprattutto nel primo tempo. Okaka gli va via in più di un'occasione, prova ad arrangiarsi con il mestiere; meglio nella ripresa.
Il migliore della difesa atalantina, sbroglia un paio di situazioni scabrose, andando a coprire le sviste di uno svagato Kjaer e di un non irreprensibile Toloi. Ammonito, esce per lasciare spazio a Malinovskyi quando ormai l'Atalanta è in netto vantaggio.
Ara la fascia che è un piacere, oggi anche senza dover strafare. Dal suo lato agisce inizialmente il pessimo Samir, che è asfaltato senza problemi; a inizio gara scappa via e mette in mezzo per Muriel, che non trova la porta. Nella ripresa entra in regime di ordinaria amministrazione, nel finale rimedia scioccamente un'ammonizione.
Ara la fascia che è un piacere, oggi anche senza dover strafare. Dal suo lato agisce inizialmente il pessimo Samir, che è asfaltato senza problemi; a inizio gara scappa via e mette in mezzo per Muriel, che non trova la porta. Nella ripresa entra in regime di ordinaria amministrazione, nel finale rimedia scioccamente un'ammonizione.
Non lascia il segno sulla partita, almeno a livello di bonus, ma è una presenza costante sulla fascia, difende e riparte con energie apparentemente inesauribili. Contro Sema non ha problemi, quando l'Udinese rimane in 10 affonda sulla sinistra a suo piacimento.
Domina in mezzo al campo, recupera palloni ed è decisivo anche in fase offensiva: ben due assist, non esattamente il suo marchio di fabbrica. Soprattutto il primo, quello per Ilicic, è un suggerimento da attaccante vero. Inesauribile, non ha alcun momento di calo nel corso della partita.
Inizio in sordina, qualche giocata egoistica nelle prime battute di gioco, una conclusione parata da Musso al 16'; si scatena con il passare dei minuti, confezionando 2 assist al bacio per i compagni e andando vicino al +3 al 50', ma trovando sulla sua strada un Musso strepitoso. Esce per lasciare spazio a Barrow.
Insieme a De Roon provvede al lavoro di demolizione sistematica della mediana avversaria. Con i suoi inserimenti fa impazzire Mandragora, incapace di seguire i suoi tagli; trova un bel gol, al 66' potrebbe metterne a segno un altro ma non inquadra la porta da due passi. Oggi è dappertutto.
Rileva Djimsiti quando la partita è ormai indirizzata. Potrebbe limitarsi al minimo indispensabile, invece ha voglia, è propositivo: smista palloni, si fa trovare tra le linee, va anche alla conclusione, anche se non trova il gol. Utile arma a gara in corso per Gasperini.
Due gol, un rigore procurato, un incrocio dei pali: semplicemente meraviglioso. Si capisce subito che è in giornata, ogni volta che tocca il pallone succede qualcosa. Freddo nello sfrutta gli assist dei compagni, bravo a procurare rigore (ed espulsione), vorrebbe a tutti i costi il terzo gol, ma è sfortunato.
Cosa chiedergli di più? Comincia maluccio, mangiandosi un gol su assist di Hateboer, ma poi si scatena e non lascia scampo alla sua ex squadra. Freddo dal dischetto, sfrutta al meglio l'assist di Gomez per il gol del 4-1; nel finale si procura e trasforma il calcio di rigore del 6-1, mettendo a segno la personale tripletta.
Ci mette pochissimo a bagnare l'esordio con il primo gol in Serie A. Il giovanissimo attaccante entra al 77' e all'83' realizza il suo primo +3: possiamo scommettere già adesso che non sarà l'ultimo. Ha movenze feline e si intravede un grande potenziale: ennesimo gioiello della "cantera" orobica.
Ci mette pochissimo a bagnare l'esordio con il primo gol in Serie A. Il giovanissimo attaccante entra al 77' e all'83' realizza il suo primo +3: possiamo scommettere già adesso che non sarà l'ultimo. Ha movenze feline e si intravede un grande potenziale: ennesimo gioiello della "cantera" orobica.
Vederlo adirarsi per un passaggio sbagliato con la sua squadra ampiamente in vantaggio può far sorridere, ma lascia capire quanto cerchi la perfezione in ogni occasione. La sua Atalanta è semplicemente meravigliosa in attacco e dimostra carattere, reagendo allo svarione iniziale di Kjaer. E con un Muriel così, come dicono negli States, "the sky is the limit": il limite è il cielo.
Non è facile essere tra i migliori in campo nonostante ben 7 gol subiti. Il portiere argentino ci riesce con una marea di ottimi interventi, che evitano - incredibile a dirsi - un passivo ulteriormente pesante. Attento al 16' su Gomez, al 50' ha un riflesso felino sullo stesso attaccante; al 58' salva ancora, questa volta su Ilicic. Para ancora al 66' e al 78' su Muriel, non può niente sui gol, anche se ha qualche leggera responsabilità sul tiro di Traoré.
Non è facile essere tra i migliori in campo nonostante ben 7 gol subiti. Il portiere argentino ci riesce con una marea di ottimi interventi, che evitano - incredibile a dirsi - un passivo ulteriormente pesante. Attento al 16' su Gomez, al 50' ha un riflesso felino sullo stesso attaccante; al 58' salva ancora, questa volta su Ilicic. Para ancora al 66' e al 78' su Muriel, non può niente sui gol, anche se ha qualche leggera responsabilità sul tiro di Traoré.
Un autentico disastro. Schierato sulla fascia sinistra, è costantemente preso d'infilata da Hateboer e compagni. Quando deve scalare in difesa, non riesce mai ad aiutare Opoku in copertura su Ilicic; sbaglia tutti i posizionamenti difensivi, causa anche il calcio di rigore del 6-1.
Spalanca la via della vittoria per l'Atalanta con una prestazione breve ma fortemente negativa. In ritardo sul gol di Ilicic, è autore di uno scriteriato intervento sullo stesso sloveno, che gli costa rigore ed espulsione per doppia ammonizione. Da quel momento l'Udinese non esiste più.
L'Atalanta sfonda ripetutamente al centro, il nigeriano è costantemente in ritardo; non riesce mai a chiudere con efficacia su Muriel, idem sullo scatenato Ilicic. La difesa friulana non funziona né a 3 né a 4, colpa di un centrocampo che non assicura un filtro adeguato, ma anche dei difensori, tutti in giornata no.
La difesa friulana è disastrosa. Il brasiliano partecipa al massacro con una serie di errori di posizione, non solo sui gol; lento, non riesce mai a rimediare alle sue incertezze, e contro Gomez e Muriel non si può fare altro che pagare dazio.
Uno dei pochi a salvarsi nel primo tempo, prova per lo meno a far sentire i muscoli, riconquistando qualche bel pallone e provando a cucire l'azione dal basso. Nella ripresa crolla al pari dei compagni: troppo alto il ritmo dell'Atalanta, non riesce più a opporsi efficacemente all'intensità del centrocampo orobico.
Uno dei pochi a salvarsi nel primo tempo, prova per lo meno a far sentire i muscoli, riconquistando qualche bel pallone e provando a cucire l'azione dal basso. Nella ripresa crolla al pari dei compagni: troppo alto il ritmo dell'Atalanta, non riesce più a opporsi efficacemente all'intensità del centrocampo orobico.
Filtro a centrocampo, questo sconosciuto. Il suo apporto è inesistente: Pasalic, De Roon e compagni entrano nella difesa friulana come un coltello nel burro. In avanti poi non si vede mai, troppo preoccupato di tenere la posizione, eppure mai al posto giusto nel momento giusto. Ma Tudor lo preferisce ad altri centrocampisti...
Rileva De Paul, ci mette almeno un po' di energia. Va anche a un passo dal gol: al 78' lascia partire un gran tiro, che si stampa sulla traversa. Sfortunato, ma anche inspiegabilmente lasciato fuori: ci si chiede perché Tudor rinunci al centrocampista con tanta disinvoltura.
Schierato da mezz'ala perde efficacia sotto tutti i punti di vista. Non riesce a incidere in avanti, dove appare troppo impreciso; tocca pochi palloni, non è mai nel vivo del gioco, ma soprattutto non è in grado di reggere il ritmo imposto alla gara dall'Atalanta. Il suo apporto difensivo poi, in una zona nevralgica del campo, è inesistente.
Schierato sulla fascia destra invece che, come al solito, sul lato mancino, è protagonista di una pessima prova. Ogni volta che prova a spingere si incarta e non riesce a produrre niente di buono, in compenso è costantemente superato dagli esterni atalantini. Diagonali difensive da film horror.
Agisce negli spazi creati da Okaka nel primo tempo, avrebbe anche l'occasione giusta per segnare, ma non riesce a convertire in gol l'assist del compagno di reparto, trovando sulla sua strada Gollini. Si spegne con il passare dei minuti, sempre neutralizzato dalla difesa orobica.
Rileva Okaka, ma non è la sua partita; a tratti è il compagno di reparto di Lasagna, in altri momento è il quinto di centrocampo, in entrambi i casi pare un pesce fuor d'acqua. Il suo apporto alla causa è inesistente, troppo leggero e lezioso per offrire alcunché alle speranze di rimonta dell'Udinese.
Inizia alla grande, trovando subito il gol sullo svarione di Kjaer: ruba palla al difensore e non lascia scampo a Gollini. Si batte come un leone, impegna la difesa dell'Atalanta e manda al tiro Lasagna al 30'; al 48' va via a Toloi e scarica il destro, la conclusione termina a lato. Tudor lo sostituisce inspiegabilmente nell'intervallo.
Inizia alla grande, trovando subito il gol sullo svarione di Kjaer: ruba palla al difensore e non lascia scampo a Gollini. Si batte come un leone, impegna la difesa dell'Atalanta e manda al tiro Lasagna al 30'; al 48' va via a Toloi e scarica il destro, la conclusione termina a lato. Tudor lo sostituisce inspiegabilmente nell'intervallo.
Questa partita non la scorderà facilmente, così come i tifosi dell'Udinese. Dopo un buon inizio, i friulani cadono sotto i colpi dell'attacco dell'Atalanta, soprattutto dopo essere rimasti in inferiorità numerica. Inspiegabile l'atteggiamento nella ripresa, altrettanto misteriosi i motivi che spingono il tecnico a sostituire Okaka, fino a quel momento il migliore in campo.