Massimiliano Allegri, allenatore della Juventus, ha rilasciato alcune dichiarazioni ai microfoni di DAZN. Intervenuto in diretta tv ha fatto chiarezza anche sulla questione Bonucci.

Juventus, intervista ad Allegri

Di seguito uno stralcio del suo intervento:

Sul Napoli

"Ha giocato molto bene, comunque ha un centravanti, Osimhen, che credo sia uno dei tre attaccanti più forti al mondo. Osimhen in questo momento sposta gli equilibri, non c'è niente da fare".

Su Spalletti

"Luciano credo sia uno dei migliori allenatori che ci siano in Italia, lo dimostra la sua carriera, ma soprattutto lo dimostra il modo in cui fa giocare le squadre. E soprattutto i risultati che ha ottenuto. Il post-Mancini era giusto darlo a Spalletti, a coronamento dello Scudetto e di una carriera che ha fatto".

Su Chiesa

"Chiesa lì nell'angolo. Ora ha piena fiducia, da quest'anno quando è rientrato - lo dico sempre - ha una gamba diversa. Lui si deve convincere, perchè è una punta, poi che ogni tanto vada sull'esterno, che ogni tanto vada in mezzo, però lui è uno che deve fare gol. Con le sue caratteristiche, è un giocatore che quando tira in porta, è noioso, fa male".

Su Bonucci

"Guarda, mi dispiace che sia finita così, ma con Leo siamo stati chiari già da febbraio scorso, quando ci ho parlato diverse volte, sia io che la società, dicendo che l'anno prossimo sarebbe stato un anno dove lui avrebbe dovuto decidere se continuare da un'altra parte o se smettere, perché quando arrivi a 35-36 anni, ha fatto la storia della Juventus, perché Leo ha 55 partite nella Juventus, è stato un giocatore che anche zoppo andava in campo. Lui ha dato tanto alla Juventus e la Juventus ha dato tanto a lui. E credo debba prendere una decisione importante per lui, ma soprattutto non guardare a un anno, ma a quello che è il futuro, perchè è giovane. Quello che sto dicendo ora, l'ho detto a lui in tempi non sospetti. E' normale che quando un campione, come è stato lui, arrivi a fine carriera, perchè se non è quest'anno sarà l'anno prossimo, è normale che ci sia sempre questa paura di smettere. Io non sono stato campione, ho fatto una carriera  normale, quindi per me smettere è stato facile. Le dinamiche sono le stesse. Le differenze è che uno deve avere la capacità di accettare prima, se accetta prima, è un bene per se stesso, se accetta dopo passa un momento di noia, perchè è stato un giocatore straordinario, importante. E comunque rimarrà nella storia della Juventus, perché 500 partite nella Juventus credo le abbiano fatte in pochi".