Ospite del podcast 19F. Podcast, in compagnia del compagno di squadra Moise Kean, il centrocampista della Juventus Weston McKennie ha toccato diversi argomenti, tra cui quello relativo agli allenamenti: "Un’ora e mezzo, circa, non so. Tutti pensano: i giocatori si allenano solo quelle ore. Ma inizi alle 10:30 e poi torni a casa alle 15. Arrivi magari un’ora e mezza prima, fai forza, fai fisioterapia. Magari si inizia alle 10:30, poi alle 11 c’è il video, prima fai fisioterapia, fai forza. Si fa il riscaldamento in palestra, 30 minuti, 45 minuti, poi esci sul campo, un’ora, un’ora e mezzo".
Juventus, McKennie sull'italiano e la cultura del Paese
"Italiano? Ho imparato tanto! Da quanto sono in Italia? Tre anni e mezzo. Se ho sofferto lo shock culturale? Sì, mi piace qui l’Italia. In Italia la mentalità è chiusa, è tradizione. Va bene, però devi essere più aperto mentalmente con gli altri. Un esempio? Io mangio pasta con pomodoro, pesto con pollo e tutti qui in Italia: che schifo! Ma non l’hanno mai provato".
Il rapporto con Kean
"Kean arriva sempre in ritardo. Io sono puntuale. L'altro giorno Moise dice qualcosa nello spogliatoio, poi lancia la mia ciabatta e io lancio le sue, lui lancia le scarpe e io lancio le sue. Poi lancio la maglietta e lui: "No fra, quella la raccogli", tutto serio. Lui entra nello spogliatoio, a me il posto piace organizzato, lui arriva e butta tutto all'aria".
Gli americani nel calcio italiano
"Mi piace perchè tutti pensano che giochiamo a football, basket ecc... Da quando sono arrivato tutti pensavano: ma è americano non può giocare a calcio. Adesso c'è Pulisic, Musah, Busio, Weah... Adesso tutti pensano in Italia gli americani possono giocare a calcio. In Italia sono chiusi di testa. Per me non è importante quello che pensano gli altri".