José Mourinho, ex tecnico dell'Inter ha parlato nel corso di un'intervista concessa alla BBC raccontando la notte di Barcellona del 2010.

Intervista a Mourinho


Barcellona-Inter? "Se potessi scegliere una delle esibizioni più emozionanti della mia squadra nei miei oltre 20 anni di carriera, sceglierei proprio questa. Andiamo a Barcellona e sappiamo cosa ci aspetta in termini di atmosfera e della straordinaria qualità di quella squadra".

Partita? "Giocare con 10 giocatori a Barcellona diventa epico. Ci vogliono degli eroi. Bisogna ottenere il meglio da tutti. Penso di essere stato brillante nel modo in cui ho organizzato la squadra. Ci siamo difesi con tutte le nostre forze: con il cuore, con l'anima. Questa è la sconfitta più bella della mia carriera. Abbiamo dato tutto. Abbiamo perso 1-0. Ma siamo arrivati ​​in finale."

 

Vittoria? "Questa lezione mi ha accompagnato per tutta la carriera. Quando partecipo alle competizioni europee, sento sempre di poter vincere. Se costruisci una squadra forte, una squadra con una grande cultura tattica, con una grande resilienza, con la stabilità mentale per affrontare i momenti difficili, soprattutto nelle partite a eliminazione diretta, hai sempre una possibilità. I vincitori della Champions League sono sempre squadre. Avranno giocatori che, in un certo momento, fanno la differenza. Ma solo le squadre ci riescono, e solo le squadre molto complete."

Addio? "Sono scappato, sono andato all'autobus per salutarlo e non gli ho nemmeno stretto la mano. Volevo scappare. Penso che se salissi sull'autobus, se tornassi con loro a Milano, se entrassi in uno stadio San Siro pieno, se entrassi nel Duomo [Duomo di Milano] pieno di gente, credo che non andrei al Real Madrid. Penso che l'emozione mi impedirebbe di andare. Ma volevo andare. Pensavo che fosse il momento giusto. Dovevo scappare. Marco era lì. Se al posto di Marco ci fosse stato Dejan Stankovic, o Diego Milito o Julio Cesar, sarebbe stata la stessa storia."