Eusebio Di Francesco si gode i 3 punti conquistati dal Venezia contro il Cagliari. Il tecnico ha parlato in conferenza stampa al termine del match, soffermandosi sul finale, quando Pavoletti ha riaperto la gara e spaventato i lagunari; l'allenatore, ex di turno, ha parlato anche di Oristanio, che l'anno passato aveva vestito proprio la maglia dei sardi. Di seguito le parole di Di Francesco dopo Venezia-Cagliari.

Le parole di Di Francesco dopo Venezia-Cagliari

Le parole di Di Francesco dopo Venezia-Cagliari: "Più che vedere nero, vedevo Pavoletti, mi aveva già fatto doppietta l'anno scorso. Non abbiamo grande struttura ed il suo ingresso ci ha messi in difficoltà. È stata una partita equilibrata nel primo tempo, nel secondo abbiamo alzato il livello per 20-25 minuti creando tante opportunità, con un gol annullato per questione di centimetri. Sapevo che avremmo sofferto per la nostra mancanza di fisicità. Abbiamo vinto la partita per la capacità di andare a cercare il secondo gol. Meritiamo non dico questa vittoria, ma per le altre che ci sono sfuggite".

Di Francesco: "Oristanio da Nazionale, Pavoletti ci ha messo in difficoltà" (Getty Images)

Sul futuro

Sul futuro: "Devo dire che questa squadra ha una identità forte, questa squadra comincia ad avere equilibrio, meno alti e bassi. La squadra è cresciuta in consapevolezza, siamo maggiormente consistenti in quello che andiamo a fare. Ci godiamo questa vittoria pensando già alla prossima".

Sull'ultimo calcio d'angolo

Sull'ultimo calcio d'angolo: "Da quando è entrato Pavoletti, ho ripensato all'anno scorso. Non ho pensato ad altro che al fatto che meritassimo i tre punti, cercando di non pensare ad altre cose. Oggi ci è andata un po' meglio? Ben venga, chi ci ha sempre visto sa che partite abbiamo fatto le altre volte".

Su Oristanio in Nazionale

Su Oristanio in Nazionale: "Di solito Spalletti mi scrive e mi chiede di alcuni giocatori. Però credo che sia italiano, giovane, con grandi prospettive. A Cagliari giocava spezzoni di partite, ora ha grande continuità. Subentrava spesso. Ha maggiore consapevolezza, è un ragazzo particolare, che va trattato con i guanti bianchi e con attenzione anche quando gli si comunica qualcosa. Però non deve abbassare la guardia: quando pensi di essere diventato bravo, è lì che incappi negli errori che fanno tanti giovani. Vi assicuro che è cresciuto tantissimo da quando è arrivato".