Intervistato dal Corriere dello SportDallinga ha raccontato così la sua esperienza al Bologna, il digiuno di gol e la possibile convivenza con Castro. Questo uno stralcio delle sue parole.

Bologna, le parole di Dallinga

"Se sapessi cosa non ha funzionato finora, lo avrei già cambiato. Ma penso anche di essere stato sfortunato, perché se uno di questi due gol fosse stato regolare sarebbe stato più facile dopo. È un aspetto dell'arrivare in un nuovo paese, in un nuovo campionato, ci sono alte aspettative e devi trovare la strada, devi abituarti ad una nuova lingua, ad una nuova squadra: tutto questo fa parte dei motivi per i quali, forse, non sta andando come avrei voluto prima.

Il digiuno di gol? È il gioco mentale dell'attaccante. Le persone guardano a quanti gol hai segnato, dunque è normale che magari entri 5 minuti, non c'è tanto tempo per segnare, ma la gente vede che per un'altra partita non hai segnato. Se, però, guardi ai minuti che ho giocato o le partite che ho iniziato non sono così tante. Io devo stare calmo, ci sono momenti in cui un attaccante non segna, ne ho già vissuti in carriera e non devo preoccuparmi, solo continuare a lavorare.

Castro? C'è una sana competizione, nel Bologna ce n'è sempre, serve alla squadra: entrambi diamo il nostro massimo in campo. Giocare insieme dal 1'? Per me non ci sarebbero problemi. In Olanda ho giocato in un modulo con la doppia punta e ho segnato tanti gol. Sarebbe interessante, ma non siamo né io né lui a decidere.

Obiettivi del Bologna? Ci sono tante cose per cui lottare questa stagione. Il sogno è vincere la Coppa Italia, andare avanti in Champions League e arrivare il più in alto possibile in serie A. Mentre a livello personale voglio tornare in campo e fare quello che ho fatto la scorsa stagione".