Intervistato lungamente dalla Gazzetta dello SportColpani si è raccontato così nel corso di questa sosta. Di seguito uno stralcio delle parole del centrocampista della Fiorentina. 

Fiorentina, le parole di Colpani

Com’è cambiata la sua vita a Firenze? 

“Mi trovo bene, vado in centro a piedi in una città stupenda. Il Viola Park è unico. Più si va bene più la piazza si scalda e questo mi piace. Chiaro, torno meno a casa, vedo meno gli amici, ma i miei vengono a tutte le partite e si fermano a dormire”. 

Lei è giudicato il pupillo di Palladino. Le dà fastidio? Ce lo racconti.

“Non mi pesa, anzi è un motivo per dare il 110% per lui e la Fiorentina. Il mister vive per questo, ha una fame incredibile, vuole allenare e vincere. Mi ha trasformato a Monza. Facevo la mezzala, Palladino mi ha portato più vicino alla porta, mi lascia libero di tentare la giocata e mi aiuta in difesa, perché prima di tutto non dobbiamo prendere gol. Quando ha saputo di venire a Firenze, mi ha chiesto se mi facesse piacere... Gli ho detto 'mister, ha carta bianca'. Non smetterò mai di ringraziarlo”. 

Quando le cose vanno bene, come in questo momento, voi calciatori tendete sempre a dire che 'c’è il gruppo che funziona'. 

“Qui è davvero così. Arriviamo la mattina e non c’è voglia di tornare a casa, c’è la sala giochi. Il tennistavolo con Bove che sta raggiungendo i livelli di Donati al Monza... Cavalchiamo l’onda, ma stando con i piedi per terra. Abbiamo meno individualità, ma mentalità e unione. L’Inter è la più forte di tutte, il Napoli un’insidia, come l’Atalanta di Gasp che può essere la più tosta rivale dei nerazzurri”. 

Sentiva la necessità di cambiare dopo quattro anni a Monza? 

“Monza è casa tutt'ora. Ho abitato lì. Quattro anni stupendi. Ma era giusto fare il salto in più, trovare uno stimolo diverso, poter giocare le coppe. E’ il passo giusto”. 

Dopo 12 gettoni su 12 in Serie A, in Conference non ha ancora giocato.

“Non vedo l’ora di esordire in una partita europea. Ma capisco la situazione: in rosa siamo 25 giocatori, tutti forti...”.