Il trequartista del Cagliari Nicolas Viola ha concesso un'intervista a "Tuttosport": di seguito i passaggi principali.
Sul suo momento
«Nel calcio si vive di etichette ma io piuttosto credo che in campo bisogna entrare per fare bene e ogni minuto è fondamentale. Mi alleno per essere titolare, su questo non c’è dubbio, e rispetto le scelte. Poi, con la regola dei cinque cambi, non esistono più titolari e riserve, ma venticinque giocatori tutti importanti che devono stare tutti sul pezzo».
Sull'esultanza con l'Atalanta
«Il Cagliari arrivava da risultati importanti, ma mancava il guizzo con una big e quell’esultanza sul 2-1 fotografava bene quanto ci ripete sempre Ranieri, ovvero di guardare tutto da una prospettiva positiva, senza abbassare mai la testa e mettendo in pratica le cose che sappiamo fare. Quello è lo spirito con cui dobbiamo affrontare pure la Juve».
Sul mancato gol vittoria con l'Inter
«Resta un po’ di rammarico perché potevano essere i tre punti più importanti della stagione. La palla l’ho impattata benissimo, ma forse all’ultimo sono stato un po’ sbilanciato da Arnautovic. Sarebbe stata l’apoteosi, però è comunque arrivato un pareggio che ci fa stare con i piedi per terra in vista della Juve».
Sul rendimento in casa e in trasferta
«La nostra forza è il fattore campo, diamo il meglio davanti ai nostri tifosi ma non deve essere un alibi perché dobbiamo fare punti anche fuori casa e, per fortuna, ultimamente ci stiamo riuscendo. Le altre spingono e noi dobbiamo accelerare ancora: abbiamo tantissimo rispetto della Juve e, con umiltà perché affrontiamo una squadra straordinaria, dovremo giocare con coraggio per provare a vincere».
Su Ranieri
«Partiamo dal presupposto che oggi, per essere allenatore, devi essere un po’ psicologo per gestire 25-26 teste diverse. Non è facile riuscirci e per questo credo che pure i giocatori debbano sforzarsi a entrare nella testa dell’allenatore. Questa squadra ha sempre dimostrato di esserci, facendo anche tanti punti dopo il novantesimo, dimostrando quindi valori importanti. Però ci mancava qualcosa dal punto di vista della convinzione e lui è stato bravissimo a metterci di fronte alle nostre responsabilità».
Sulla sua carriera
«Rimpianti non ne ho perché tutti gli errori che ho fatto sono stati propulsore per farmi diventare quello che sono in questo momento. Mentre per quanto riguarda le gioie, mi tengo stretta la promozione dell’anno scorso e pure la prestazione dell’altra sera con l’Inter».
Sul contratto
«In questo momento non guardo orizzonti lontani: la mia prossima meta è la Juventus, ho solo in testa la partita di venerdì».