Dagli inizi al Varese all'Inter, passando per la Juventus: Beppe Marotta è intervenuto a margine dell'European Golden Boy 2023 a Solomeo e si è raccontato ai microfoni dei cronisti presenti. Il dirigente nerazzurro si è soffermato sugli inizi della sua carriera e ha svelato dettagli interessanti sulla trattativa che portò Higuain alla Juventus; di seguito le parole di Marotta.
Le parole di Marotta
Le parole di Marotta: "Ho cominciato a fare il direttore sportivo per un colpo di fortuna. Lavoravo già per il Varese e l’allora ds ebbe un piccolo incidente in macchina così toccò a me. Avevo il sogno di fare il dirigente, in campo ero scarsino, così ho preferito la carriera manageriale. A Varese a 26 anni sono diventato presidente in un’epoca di crisi del calcio italiano e così la società divenne soprattutto un club per sviluppare la crescita dei giovani".
Su Zamparini
Su Zamparini: "A Ravenna feci l’operazione Vieri-Torino. Aveva già fatto vedere che qualità aveva. Con Zamparini avevo un rapporto vero, diretto. Un giorno mi mandò a comprare un giocatore. La sera lo chiamo: ‘Guardi ci hanno chiesto un prezzo troppo alto’. Mi rispose: “Se torni a casa senza ti licenzio. I soldi sono miei, spendili”. Andò bene e abbassai un po’ le richieste, ma non ricordo chi era. Quando andai alla Sampdoria scesi di categoria. Per noi conviene andare dove le cose non vanno benissimo. C’è più possibilità di far bene, se vieni da una realtà che funziona è complicato: ad esempio, oggi andare a Napoli sarebbe difficile".
Sull'Inter
Sull'Inter: "Mi ha portato in una nuova realtà: una proprietà straniera. Anche senza grandissimi investimenti ci garantisce operazioni di alto livello. Sono contento di quello che raggiungiamo. Il vantaggio è lavorare tranquillo, ti lasciano fare. Così è più facile. Steven Zhang è un presidente giovane di 30 anni, è molto tranquillo e non trasmette pressione".
Sulla Juventus
Sulla Juventus: "Trattativa più difficile? Pogba in uscita. Venduto a 110 milioni, ma la cosa bella da raccontare che mi inorgoglisce è il lavoro di tutto lo staff, la chiamo la squadra invisibile. Preso a zero e rivenduto a quella cifra. C’erano molte cose da sistemare, come le commissioni di Mino Raiola. Era testardo. Ci chiudemmo in albergo a Manchester per tre giorni di fila senza mai uscire per far quadrare tutto con il CEO del Man United. Contestualmente stavamo mettendo in piedi l’operazione Higuain. Lì ho dovuto chiedere l’autorizzazione ad Agnelli per procedere. Non avevamo ancora chiuso Pogba, ma leggevamo che Gonzalo sarebbe potuto andare al Barcellona, dovevamo giocare d’anticipo. Mi diede il via libera per pagare la clausola al Napoli".