Antonio Percassi, presidente dell'Atalanta, ha parlato nel corso di un'intervista concessa alla Gazzetta dello Sport. Il numero uno della Dea si è raccontato prima dell'impegno di Champions League contro il PSG.
L'intervista ad Antonio Percassi
«Ogni volta che entro a Zingonia, zac: tampone. Una tortura. Ma questo, appena atterrerò a Lisbona, sarà speciale: non me ne accorgerò neanche. Dispiaciuto per Juventus e Napoli, anzitutto. Ma ha detto bene lei: stranito perché è incredibile, e orgoglioso. Dunque responsabilizzato: dovremo cercare di fare una bella figura, contro uno squadrone. A me a volte non sembra ancora vero. Però poi, se razionalizzo, ci vedo dietro tante cose: una struttura societaria che mio figlio Luca sta valorizzando, un grande lavoro dello staff tecnico e giocatori super per il loro comportamento, non solo in campo».
Atalanta, nulla da perdere?
«Mi piace sapere che l‘Atalanta, al di là di emozione e concentrazione, potrà giocare con la testa libera. Secondo me oggi va bene a entrambe le squadre: visto quello che abbiamo passato, è già tanto che si siano create le condizioni per finire la Champions».
Atalanta, il presidente sul Covid e Bergamo
«I nostri ragazzi sentono questa responsabilità. Alcuni vivono a Bergamo da anni, tutti sanno che non ci sarà un bergamasco vero senza la tv accesa: è l’unico modo che hanno per ricambiare».Percassi sugli infortunati e sul PSG
«Facciamo le dovute proporzioni: il Psg ha tanti fenomeni, per noi sono due assenze pesantissime. Anche se Muriel e Malinovskyi finora hanno fatto molto bene.Ilicic? Lo chiamerò prima e dopo la partita: come se dovesse giocarla anche lui. E spero di rivederlo in campo per l’inizio del prossimo campionato. Anzi, ci credo.
Sportiello? Marco è un ottimo portiere, più che destino la definirei una chance importante: se la giocherà bene.
Il nostro grande Papu trascinerà tutti. Nessuno meglio di lui conosce tutto dell’Atalanta e di Bergamo e l’importanza dell’esempio: ecco, lui è diventato il capitano perfetto.
Il mister è un motivatore: serve anche questo. Lui è un grande allenatore, ma noi ormai siamo allenati a fare sempre meglio. E con lui stiamo ragionando su qualunque miglioramento che sia possibile».
Mercato e cessioni?
«Stessa strategia. Quanto al sacrificio di un giocatore, dipenderà da chi ci chiederanno e quanto offriranno, ma ci pensiamo dopo la Champions».