Reduce dalla vittoria in Supercoppa Italiana, il Milan si appresta a vivere una importante seconda parte di stagione.

I rossoneri sperano di poter contare sul contributo di Leao, autore di ottime prestazioni nell'ultimo periodo. L'attaccante portoghese, intervenuto ai microfoni de La Gazzetta dello Sport, ha parlato delle sue ambizioni e del nuovo corso targato Conceiçao.

Milan, l'intervista di Rafael Leao

"Non penso a me. L’immagine più forte che mi porterò dentro da Riad è quella di tutto il gruppo che festeggia il gol di Abraham. Un momento di gioia condiviso. Un ricordo che mi resterà per sempre e che certo racconterò ai miei bambini. Conceicao ha portato energia e una nuova mentalità. Così siamo arrivati a vincere la Supercoppa e farlo è stato importante per tutti. Per noi che siamo qui da tanto tempo e per i nuovi, che così hanno capito cosa significhi alzare un trofeo con il Milan.

Io qui ho già conquistato uno scudetto, che è la cosa più grande da vincere dopo la Champions, ma con le parole non sono mai riuscito a descrivere cosa avevo provato. Adesso certe sensazioni le hanno provate tutti e dobbiamo andare avanti su questa strada. Vincere un derby in quel modo è stato stupendo: ci ha ricordato che siamo sulla strada giusta per mettere in bacheca altri titoli importanti. Cosa è cambiato? L’energia e mentalità di cui parlavo prima si sono viste contro la Juve e contro l’Inter. Chi era fuori per infortunio ha scelto di essere 'dentro' la squadra, di dare il suo contributo dalla tribuna: è stato uno step in più. Un messaggio per noi e per gli altri. E infatti sento che ora, prima di entrare in campo, anche gli avversari ci percepiscono in maniera diversa. Le due rimonte vittoriose lo confermano".

Il ritorno alla vittoria di un trofeo

"È stata dura, ma a volte il calcio è così. Con questa nuova direzione l’ambizione è sempre stata quella di vincere, ma certi processi hanno bisogno di tempo. Finalmente abbiamo conquistato un trofeo importante come la Supercoppa e ora bisogna continuare a fare le cose nel modo giusto. Indossare questa maglia ogni partita è una responsabilità e un onore. Tutti stanno facendo un grande lavoro".

Il rapporto col Milan

"Quando sono arrivato qua già tifavo un po’ per il Milan, la squadra dove sono passati tanti giocatori importanti che ammiravo da bambino. Ho subito capito la passione dei tifosi e cosa voleva dire portare questa maglia, che ha un peso speciale. Ho pensato che volevo star qui per anni e vincere trofei. Adesso devo solo ringraziare chi mi ha portato al Milan, chi tutti i giorni mi ha aiutato a migliorare e a crescere come giocatore e come persona".

Il mio obiettivo è essere al top e avvicinarmi ai più forti. Se l’allenatore è bravo può aiutarmi, il resto dipende da me. Io cerco di mettere le mie caratteristiche al servizio della squadra. Conceiçao non scherza sempre, ma sa come spingermi e mi aiuterà ad arrivare a un livello più alto. Puntiamo forte su di lui. Sono pronto per ascoltare e seguire le sue idee che sono buone, visto che è arrivato e dopo pochi giorni abbiamo vinto un trofeo. Adesso dobbiamo pensare partita dopo partita e conservare le energie positive provate in Arabia. Bisogna continuare così".

La gestione Fonseca

"Sulla nostra relazione allenatore-giocatore non ho nulla da dire, anche se all’inizio un paio di situazioni – e non dico problemi, ma situazioni – abbiamo dovuto risolverle. Ha cercato di fare il suo lavoro, di applicare le sue idee e io credo che ci sia sempre da imparare. Ma non ha funzionato e se doveva rimanere o meno, non lo decido certo io. Posso però dire che tutti hanno provato a dare il massimo e che a Fonseca auguro il meglio.

Credo che almeno una spiegazione per tre panchine di fila si possa dare, però a volte gli allenatori fanno così... Era la prima volta che mi succedeva al Milan e ho anche imparato. Se mi ricapiterà, e spero di no perché voglio stare sempre in campo, sarò più consapevole di cosa devo fare ovvero rimanere concentrato, non buttarmi giù o perdere la fiducia in me stesso, che è la cosa più importante per rendere al meglio nel nostro lavoro. In ogni caso il passato è passato e io guardo con fiducia al futuro".

Il sogno Pallone d'Oro

"Ovvio, ma per me la cosa più importante è vincere un grande trofeo con la squadra. Il Pallone d’oro è una conseguenza dei risultati con il tuo club. Per questo la mia prima ambizione è conquistare la Champions. E per riuscirci so di dover fare la differenza in ogni incontro, di dover essere importante per il Milan".

L'obiettivo Champions League

"Quando siamo tornati il mister ci ha parlato e ci ha detto di tenere i piedi per terra. Pensiamo partita dopo partita, ma io personalmente ho sentito una scossa nuova. Conceiçao ha già dimostrato di saper fare grandi cose: in carriera ha conquistato tanti trofei e lo ha già fatto anche con noi. Ha portato la sua esperienza e ora vogliamo continuare a vincere come si deve fare qui al Milan. Ci siamo rimessi a lavorare a testa bassa perché c’è da lottare per arrivare tra le prime quattro.

In Europa abbiamo l’ambizione di andare il più avanti possibile, ma servirà sempre il vero Milan. La Champions è la coppa più bella che c’è nel calcio e per noi da ora in poi saranno tutte finali. Sì, possiamo sognare di vincere anche qualcosa di importante. Niente è impossibile".