Una vittoria voluta con forza: Marco Baroni esalta il carattere della sua squadra dopo il 2-1 della Lazio contro l'Empoli. L'allenatore, intervistato da DAZN al termine del match, ha parlato degli obiettivi stagionali e del turnover; spazio anche a qualche considerazione su Pedro, autore del gol decisivo. Di seguito le parole di Baroni dopo Lazio-Empoli.

Le parole di Baroni dopo Lazio-Empoli

Le parole di Baroni dopo Lazio-Empoli: "È una partita in cui si prende il primo gol per colpa del campo, perché comunque c'è stata la scivolata di Ivan. Loro non hanno mai tirato in porta, noi abbiamo sbagliato un rigore. Insomma, in tutto questo, se aggiungiamo che era l'ultima partita di un ciclo di gare ravvicinate, la squadra ha voluto, ha tirato 8 volte nello specchio della porta, ha cercato, ha portato in campo voglia, determinazione, sentimento. Questo è quello che io voglio e che la squadra deve trasferire alla gente, a questo stadio meraviglioso, ai nostri tifosi. Ci dev'essere questo transfert, io tocco spesso questo tasto con loro perché poi da lì si può creare un gruppo importante, vincente".

Baroni: "Non guardiamo la classifica. Pedro? Un modello per tutti" (Getty Images)

Su Pedro

Su Pedro: "Gli ho detto di lavorare, di continuare così. Pedro è un ragazzo straordinario, ma principalmente è un giocatore che è un riferimento costante per la squadra, per i giovani. Io più volte dico ai ragazzi: 'Guardate, guardate sempre, anche quando è nello spogliatoio e si mette le scarpe', perché veramente è un modello, un modello di riferimento. E noi ora siamo contenti che stia bene: sta bene fisicamente, sa che è importante e quindi ce lo teniamo stretto".

Sugli obiettivi

Sugli obiettivi: "Noi siamo ambiziosi, come la nostra società, la città, la Lazio, ma questo non deve modificare niente sul nostro percorso. Noi dobbiamo passare dal lavoro, dal collettivo, dal creare un'identità forte, che la squadra sta piano piano sempre di più creando. Se ti fermi a guardare molto le classifiche è l'errore più grande che puoi fare. Chiaro che ci fa piacere l'entusiasmo, ma io oramai ho anche l'età giusta per tenere sempre i giocatori legati forte a quello che poi ti permette di fare questo tipo di prestazione che non è altro che il lavoro, l'attenzione, la dedizione, la cura dei dettagli e delle piccole cose".

Sul turnover

Sul turnover: "La squadra sa che io ho portato avanti questa proposta, ma l'ho portata nel momento in cui ho visto questa partecipazione durante la settimana, durante il lavoro. Quindi io non alleno 11 giocatori, ma 23, 24, alleno tutta la rosa e quando vedo delle risposte durante la settimana poi i ragazzi sanno che vanno in campo. È giusto, perché non si può tenere 50 partite in un anno se non ci sono i giusti turnover o ricambi. Ci sono dei ragazzi che si allenano forte durante la settimana e hanno delle opportunità come gli altri, perché solo in questa maniera, solo tutti insieme si può fare bene e cercare di andare sempre più avanti in tutte le competizioni che abbiamo".