La svolta in casa Roma è finalmente arrivata. Dopo mesi di ostacoli, dietrofront, discorsi appantanati e dettagli poco chiari, la cessione del club è ormai a un passio: James Pallotta cederà la società al magnate americano Dan Friedkin. A breve ci sarà la firma dell'accordo preliminare, passaggio necessario e fondamentale prima del cambio di proprietà dopo 9 anni dall'arrivo dell'ormai imminente ex presidente capitolino.
Cessione Roma, le tappe
La trattativa è iniziata oltre un anno fa, non sono mancati colpi di scena e momenti in cui l'affare sembrava definitivamente tramontato. Poi l'accelerata, in autunno, con l'intesa per 700 milioni di euro. L'arrivo del Covid-19 ha però bloccato tutto, Friedkin ha chiesto un considerevole sconto trovando però un muro dall'altra parte. La nuova offerta post pandemia è stata di 450 milioni + 80 per la ricapitalizzazione, cifra giudicata troppo bassa dallo stesso Pallotta. Ognuno fermo sulle proprie posizioni, senza possibilità di venirsi incontro.
Cessione Roma, i dettagli della svolta
Tra giugno e luglio più di un imprenditore ha palesato l'interesse circa il rilevamento del club, tuttavia senza dimostrare una forza economica e una convinzione tali da pareggiare quelle di Friedkin, qualche mese prima. Quando Pallotta ha capito che quella del suo connazionale era l'unica vera proposta all'altezza e che non avrebbe potuto ricavarne una superiore, allora si è convinto ed è arrivato alla decisione di queste ore: ok alla cessione, il tutto sarà formalizzato in tempi brevissimi. Entro i prossimi 2 mesi, superate tutte le questioni burocratiche e le altre formalità, Friedkin sarà a tutti gli effetti e ufficialmente il nuovo proprietario della Roma.