La stagione più strana di sempre si è conclusa con quella che può essere considerata, da oltre vent'anni, una certezza. La Juventus è stata infatti eliminata dalla Champions League ben prima di poter anche solo sognare di spezzare la maledizione che lega la Vecchia Signora alla coppa dalle grandi orecchie.
Dopo aver disputato le ultime giornate di campionato con il freno a mano tirato la squadra, all'epoca ancora di Sarri, si è presentata alla sfida con il Lione con la volontà di ribaltare la sconfitta dell'andata. Il calcio di rigore assegnato ai francesi dopo pochissimi minuti di gioco ha però stravolto ancora una volta i piani di gioco dei bianconeri, capaci sì di recuperare il risultato e di ribaltarlo con la doppietta di Cristiano Ronaldo, ma non abbastanza affamati da trovare la terza rete che avrebbe garantito il loro passaggio ai quarti di finale, per altro con un rammarico ulteriormente aumentato dopo il risultato di ieri sera.
La prematura eliminazione dalla massima competizione europea per club ha portato la dirigenza juventina a sollevare anticipatamente Maurizio Sarri dal proprio incarico. La sensazione però è che l'esonero dell'ormai ex tecnico bianconero non sia dovuto unicamente ai risultati mancati, ovvero al raggiungimento di un solo obiettivo tra i tre a sua disposizione, ma che sia dovuta ad un mancato feeling tra l'allenatore toscano e tutto il sistema Juventus. La speranza che Sarri diventasse più juventino e che la Juventus diventasse più sarriana è andata affievolendosi durante tutto l'arco stagionale e le prestazioni, non proprio sfavillanti, sul campo non hanno certamente aiutato la creazione di questa scintilla.
La panchina bianconera è rimasta vacante per pochissime ore. Mentre tutti i guru del calcio italiano facevano le ipotesi più disparate, da Zidane al ritorno di Allegri, passando per Simone Inzaghi e Mauricio Pochettino, nella dirigenza juventina si faceva strada la convinzione di affidare la panchina ad Andrea Pirlo. L'ex regista era stato incaricato solamente 8 giorni prima di diventare il nuovo tecnico della formazione Under 23, venendo "promosso" senza essersi mai seduto veramente sulla panchina della seconda squadra bianconera. Lanciando dunque la seconda rivoluzione tecnica in casa Juventus poco più di 12 mesi dopo l'addio di Allegri e l'arrivo di Sarri.
Nel lanciare questo nuovo corso la dirigenza vuol tenere conto anche di quanto detto da Andrea Agnelli pochi minuti dopo l'eliminazione dalla Champions League. La Vecchia Signora è una tra le formazioni con l'età media più alta di tutti i cinque migliori campionati europei e dal punto di vista fisico ne si sono viste spesso le conseguenze con i giocatori che avevano difficoltà a mantenere una forma accettabile nel tour de force delle ultime giornate di campionato. Gli addii di Pjanic e Matuidi sembrano essere solamente le prime tessere del domino che sta per partire e che vedrà con ogni probabilità coinvolti anche Khedira e Higuain, con molti altri ancora in bilico. L'altra faccia della medaglia è invece rappresentata dagli arrivi di Arthur (classe 1996) e Kulusevski (2000), mentre nelle ultime ore si vocifera anche dello spostamento di Daouda Peeters dalla formazione Under 23 alla prima squadra. Non conoscendo poi le reali intenzioni di Pirlo dal punto di vista tattico è difficile ipotizzare qualsiasi altro tipo di movimento in ingresso, a parte quello strettamente necessario di un numero 9 che possa andare le lacune offensive della Juventus.
Tornando a Pirlo la scelta di affidargli la panchina è una commistione tra un salto nel vuoto e una sfida intrigante. Con gli scarpini ai piedi il bresciano ha fatto stropicciare gli occhi agli appassionati di pallone con giocate di una rapidità e di una intelligenza superiori alla stragrande maggioranza di tutti gli altri calciatori. Ora per lui si apre un nuovo capitolo della sua vita professionale ed anche in questo caso verrà chiamato a dimostrare di avere una velocità di pensiero al di fuori del comune. Vista l'eredità della passata stagione Pirlo dovrà dare una vera fisionomia alla Juventus in pochissimo tempo con gli occhi del mondo che saranno puntati ancora una volta su di lui e la pressione di un ambiente come quello bianconero in cui la vittoria è il minimo che si possa raggiungere.