Dopo aver schierato per ben due volte consecutive la stessa formazione titolare Allegri ha deciso di riprendere il suo percorso per stupire tutti gli addetti ai lavori. Al netto delle assenze forzate di Alex Sandro, Vlahovic e Chiesa il tecnico livornese ha deciso di affrontare il Torino con un undici titolare che nessuno aveva immaginato. Confermata la difesa titolare con Gatti sul centro destra, Bremer in mezzo e Danilo braccetto sinistro, a centrocampo vengono scelti Weah e Kostic sugli esterni con McKennie riportato nel suo ruolo di mezz'ala destra, Locatelli in regia e Rabiot come sempre sul centro sinistra, in attacco solamente Kean con Miretti in funzione di raccordo con il reparto mediano. Nel Torino le assenze di Djidji e Buongiorno costringono mister Juric a spostare Tameze sulla linea di difesa, mentre in attacco Vlasic e Seck giostravano alle spalle di Zapata.
La partita si metterebbe subito in discesa per la Juventus con un gol di Kean dopo appena cinque minuti di gioco, ma la rete viene giustamente annullata per un fuorigioco di pochi centimetri. Dopo quell'episodio la prestazione dei bianconeri stenta a decollare, complice anche un Kean decisamente troppo isolato in avanti con Miretti che non sembra trovarsi a suo agio nelle zolle di competenza degli ormai scomparsi trequartisti. Gli spunti migliori della Juventus arrivano dalle fasce con Kostic e Weah brillanti, ma che nel primo tempo non riescono comunque a far male all'acciaccata retroguardia granata. Nell'intervallo Allegri decide di aumentare il peso offensivo lasciando negli spogliatoi Miretti e mandando in campo Milik e da quel momento la partita svolta. Con le due punte i bianconeri riescono a mettere in maggior apprensione Milinkovic-Savic, ma a sbloccare il match è Federico Gatti che risolve una mischia sugli sviluppi di un calcio d'angolo ribadendo il pallone in rete, gol convalidato dopo ben quattro minuti di revisione al VAR per un presunto fuorigioco. La rete che suggella il definitivo 2-0 arriva solamente al 62' con Milik che, ancora su calcio d'angolo, anticipa l'estremo difensore avversario ed insacca con un colpo di testa.
Solamente dopo la seconda rete la Juventus sembra sbloccarsi un po' mentalmente, complici anche i grandi spazi lasciati da un Torino alla ricerca del gol. Peccato che i bianconeri sbaglino in diverse occasioni l'ultima scelta, lasciando ai cugini una minima speranza, seppur minima, di riaprire la partita.
Quella di ieri è stata l'ennesima prestazione non brillante della Juventus che comunque ha portato a casa i tre punti anche grazie agli errori della disattenta difesa torinista, soprattutto nelle situazione di palla inattiva. Alcuni hanno già eletto a parziale scusante di Allegri l'assenza dei due attaccanti titolari, ma la sensazione è che la prestazione complessiva anche in presenza di Chiesa e Vlahovic non si sarebbe discostata molto da quella realmente andata in scena. Sembra che dopo lo scoppiettante avvio di stagione il tecnico livornese si sia concentrato maggiormente sulla fase difensiva della squadra. Una scelta che in effetti fino a questo momento sembra ripagare visto che la Juventus è attualmente una delle migliori difese del campionato ed escludendo la roboante sconfitta con il Sassuolo ha subito solamente due reti nelle restanti sette partite giocate.
Questa decisione del "primo non subire gol" è una situazione già vista fin troppe volte negli anni passati e che non ha portato a moltissime soddisfazioni, anzi. Questa concentrazione per la fase difensiva porta però ad avere diversi problemi quando i bianconeri entrano in possesso del pallone. In molti casi quando Bremer e soci recuperano la sfera nei pressi della propria area di rigore lo sviluppo del gioco diventa lento e senza una chiara identità: spesso e volentieri la manovra della Juventus è un semplice e semplicistico giro palla da destra a sinistra e viceversa in attesa che la retroguardia avversaria lasci qualche varco o, in alternativa, si cerca il lancio lungo per la punta che deve fare a sportellate con i difensori per mantenere il possesso e far salire il resto della squadra. Senza impegni infrasettimanali ci si aspetterebbe che una squadra che non straborda di talento, soprattutto a centrocampo, riesca ad avere un'identità ben precisa in fase di possesso, anche senza giocate spettacolari o tiki-taka che possano mandare in bambola gli avversari. Invece dopo le prime partite, molto spettacolari, la Juventus sembra essersi di nuovo persa. Per ora la classifica dà ragione ad Allegri, ma è lecito comunque aspettarsi uno step in più da una squadra che deve tornare a lottare per lo Scudetto.