Da tre edizioni la Coppa Italia per il Napoli è stata la competizione breve. Perché finita appena cominciata. Tre eliminazioni consecutive agli ottavi di finale. Fiorentina, Cremonese e Frosinone a fare da incubo alla formazione partenopea. Lo scorso anno i laziali gialloblu espugnarono il Maradona con un 4-0 che ha fatto la storia, coprendo di imbarazzo i padroni di casa allora campioni d’Italia in carica.

Ecco che per il Napoli c’è da riprendersi l’occasione di rigiocarsi un torneo che gli azzurri hanno saputo conquistare per ben tre volte durante l’era De Laurentiis. Antonio Conte in conferenza stampa ha rabbiosamente fatto riferimento alla necessità di intendere il senso di costruzione della vittoria e non della sua aspirazione semplicemente affidata alle tensioni estemporanee dell’impresa stagionale.

Il mister pugliese sta velocemente diffondendo ai suoi calciatori e alla società una pedagogia illuminista e razionalista del gioco del calcio. Il sogno non è vietato, ma non può essere l’unica spinta per rendere concretizzabili le possibilità di diventare competitivi su più fronti. Metodo teorico e tremendamente pratico che risale ai dettami e ai propositi di un Napoli d’altri tempi per certi aspetti, poi nuovamente attraversato dalla dottrina della costruzione per mano di Benitez in particolare e poi dal tentativo fallito di Ancelotti. Il dopo è stato il bagliore di Spalletti.

Adesso sulla panchina dei partenopei c’è un allenatore che non vuole sentire parlare di ebbrezze e di entusiasmi fini a se stessi. La gara con la Lazio inaugura un doppio confronto che in pochi giorni determinerà un bivio non da poco per la stagione azzurra e degli stessi biancocelesti.

Per il Napoli ci sarà in gioco la qualificazione ai quarti di finale della coppa nazionale prima e la conservazione del primato in classifica poi. Due sfide diverse per scopo e per modalità. Due partite in cui non è da escludere che si giocherà un po’ a nascondersi, anche rispetto alla consapevolezza che il match di campionato ha in sé degli equilibri delicati sia per la lotta scudetto che per il posizionamento tra le prime quattro, obiettivi che al momento sembrano coinvolgere entrambe le formazioni.

Entrambi gli allenatori hanno lasciato esplicitamente intendere che in occasione di questo ottavo di finale sarà concesso spazio a chi ha giocato meno. Conte, che probabilmente cambierà tutto l’undici, ne fa una questione di turnover e di respiro, mentre Baroni anche di necessità, viste alcune assenze forzate in casa Lazio. Appare quindi scontato il via libera a calciatori che sulle due sponde hanno indossato poche maglie da titolari in questo primo terzo di campionato. Un aspetto che sulla carta potrebbe vedere il Napoli favorito sul piano atletico, perché la sua panchina è meno affaticata dagli impegni nelle competizioni europee. 

Ovviamente i cinque cambi sono un aspetto da non sottovalutare. L’ingresso di calciatori solitamente titolari sarà regolato dall’andamento della partita. O, in caso di equilibrio, lo regolerà.